Le nove beatitudini: la carta di identità del cristiano.
Esse riaccendono la nostalgia
prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di solidarietà. Disegnano
un modo tutto diverso di essere uomini, amici dell’uomo e al tempo stesso amici
di Dio, che amano il cielo e che si prendono cura della terra. Ci delineano i
tratti di una santità capace di affascinarci: sedotti dall’eterno eppure
innamorati di questo tempo difficile e confuso. Questi sono i santi!
Beati i miti perché erediteranno la terra: soltanto chi ha il cuore in pace
garantisce il futuro della terra. Dovunque - nelle nostre famiglie, nelle
comunità, nella società - possiamo vedere che solo chi ha il cuore più limpido
indica la strada, chi ha molto pianto vede più lontano, chi è più
misericordioso aiuta tutti a ricominciare.?Così Dio interviene nella storia. Ma
come interviene??Lo fa attraverso i suoi amici; attraverso il popolo delle
beatitudini. Il Vangelo ci presenta nelle beatitudini la regola della santità;
non evocano cose straordinarie, ma vicende di tutti i giorni, trama di
situazioni comuni, fatiche, speranze, lacrime. Nel suo elenco ci siamo tutti: i
poveri, i piangenti, gli incompresi, quelli dagli occhi puri. E c'è perfino la
santità delle lacrime, di coloro che molto hanno pianto, che sono il tesoro di
Dio.?Le beatitudini compongono nove tratti di due volti: il volto di Cristo e
il volto dell’uomo. Fra quelle nove parole ce n’è una proclamata e scritta per
me e per te che dobbiamo individuare e realizzare,. Una parola che ha in sé la
forza di farmi più uomo e racchiude la mia felicità. Su di essa sono chiamato a
fare il mio percorso per un mondo che ha bisogno di esempi raccontabili, di
storie del bene, di cuori puri e liberi che si occupino della felicità di
qualcuno. E Dio si occuperà della loro: “Beati voi! Felici!”.
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