giovedì 20 giugno 2013

QUEL PROFUMO CHE PIACE TANTO


 
Nel Vangelo di oggi, XI domenica del tempo ordinario - 16 giugno, c’è una vera e propria esplosione che mette al centro l’amore. Una donna ha molto amato. Questo basta.

Un Vangelo che ci provoca. La fede - come ci ha richiamato anche Papa Francesco in questa domenica - non è un intreccio complicato di dogmi e doveri.

Arriva una donna...non a mani vuote, non con un discorso di belle parole. Viene con quello che ha, con ciò che esprime amore, più che pentimento. Bagna i suoi piedi con le lacrime, li asciuga con i capelli, li profuma, li bacia. Sono gesti imprevisti, nuovi…ai quali Gesù non si sottrae, anzi, li apprezza. Bastava, come tanti altri, chiedere perdono. Perché questi gesti eccessivi?

Ogni gesto umano compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'’assoluto di Dio.?

Gesù guarda al di là delle etichette: arriva una donna; gli altri vedono una peccatrice, lui vede una donna che vale più del peccato.

L’errore che hai commesso non annulla il bene compiuto. È il bene invece che cancella il male di ieri.

Questo Dio che ama il profumo e le carezze, mi commuove. Un solo gesto d’amore, anche muto e senza eco, è capace di profumare la tua storia e quella di chi ti incontra.

È la rivoluzione totale di Gesù, possibile a tutti, possibile ogni giorno.

domenica 2 giugno 2013

DARE TUTTO SE STESSO - Corpus Domini


 
Cinquemila uomini sono il motivo di tutto. Io sono uno di loro, mi riconosco nelle parole dell’evangelista Luca: “Gesù prese a parlare di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure”. C’è tutto l’uomo in queste parole; il suo nome: creatura-che-ha-bisogno. Bisogno di Dio e di cure, di pane e di assoluto.

La prima riga di questo vangelo la sento come la prima riga della mia vita: sono uno di quegli uomini, ho bisogno di cure, di qualcuno che si accorga di me, si prenda cura, guarisca la mia vita. Ho un desiderio inappagato e non so neppure di che cosa, ma so che niente lo potrà saziare.

…ma… il giorno sta finendo, bisogna pensare alle cose pratiche e gli apostoli intervengono: “Mandali via perché possano andare a cercarsi da mangiare”.

Ma Gesù non li manda via, non ha mai mandato via nessuno. Replica invece con un ordine che inverte la direzione del racconto: “Date loro voi stessi da mangiare”. Date. Eccezzionale!

Quando ho fame, Signore, manda sulla mia strada qualcuno da sfamare; quando ho bisogno, mandami qualcuno che abbia ancora più bisogno di me.

La fine della fame non è mai mangiare a sazietà da solo, ma è condividere il poco che hai, un po’ di tempo… un po’ di cuore.

Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato.

Ad ogni eucarestia è Dio che mi cerca e mi chiama. Dio in cammino verso di me.?Alla fame dell’uomo non è bastata la Parola di Dio. Dio ha dovuto dare la sua carne e il suo sangue.

Quando ci dà il suo Corpo vuole che la nostra fede si appoggi non su delle idee, ma su di una Persona, incontrandone storia, sentimenti, con il peso e il duro della croce. ?Quando ci dà il suo Sangue e il suo Corpo vuole anche farci attenti al sangue e al corpo dei fratelli perchè la legge dell’esistenza è il dono di sé. Come Cristo.