domenica 2 giugno 2013

DARE TUTTO SE STESSO - Corpus Domini


 
Cinquemila uomini sono il motivo di tutto. Io sono uno di loro, mi riconosco nelle parole dell’evangelista Luca: “Gesù prese a parlare di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure”. C’è tutto l’uomo in queste parole; il suo nome: creatura-che-ha-bisogno. Bisogno di Dio e di cure, di pane e di assoluto.

La prima riga di questo vangelo la sento come la prima riga della mia vita: sono uno di quegli uomini, ho bisogno di cure, di qualcuno che si accorga di me, si prenda cura, guarisca la mia vita. Ho un desiderio inappagato e non so neppure di che cosa, ma so che niente lo potrà saziare.

…ma… il giorno sta finendo, bisogna pensare alle cose pratiche e gli apostoli intervengono: “Mandali via perché possano andare a cercarsi da mangiare”.

Ma Gesù non li manda via, non ha mai mandato via nessuno. Replica invece con un ordine che inverte la direzione del racconto: “Date loro voi stessi da mangiare”. Date. Eccezzionale!

Quando ho fame, Signore, manda sulla mia strada qualcuno da sfamare; quando ho bisogno, mandami qualcuno che abbia ancora più bisogno di me.

La fine della fame non è mai mangiare a sazietà da solo, ma è condividere il poco che hai, un po’ di tempo… un po’ di cuore.

Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato.

Ad ogni eucarestia è Dio che mi cerca e mi chiama. Dio in cammino verso di me.?Alla fame dell’uomo non è bastata la Parola di Dio. Dio ha dovuto dare la sua carne e il suo sangue.

Quando ci dà il suo Corpo vuole che la nostra fede si appoggi non su delle idee, ma su di una Persona, incontrandone storia, sentimenti, con il peso e il duro della croce. ?Quando ci dà il suo Sangue e il suo Corpo vuole anche farci attenti al sangue e al corpo dei fratelli perchè la legge dell’esistenza è il dono di sé. Come Cristo.

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