Oggi
un’altra, l’ultima festa di questo intenso periodo di feste. Il battesimo di
Gesù. C’è un salto temporale lunghissimo che separa il Natale dalla giornata
sulle sponde del fiume Giordano descritta nel vangelo di oggi. Eppure questi
due eventi separati da una trentina d’anni sono strettamente collegati tra di
loro.
Questo collegamento è nella rivelazione pubblica che dal cielo
discende su Gesù mentre è battezzato in quelle acque come un peccatore
qualunque.
È proprio da quelle acque sporche dei peccati di tutti coloro che
si erano fatti battezzare da Giovanni il Battista che Gesù inizia il suo
ministero pubblico. Ma egli ha qualcosa che lo rende diverso da tutti. Egli ha
addosso un segreto che col tempo sarà compreso da tutto il mondo. E questo
segreto non è un super potere, nè un ragionamento convincente, nè un miracolo
sensazionale da lasciar tutti a bocca aperta.
Questo segreto è nelle parole del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.
Gesù è forte perchè si sente amato. La forza di Gesù sta nel fatto che il Padre
lo ama, si fida di Lui.
L’unica cosa che farà rimanere Gesù protagonista della sua storia
è questo Amore del Padre che si sente addosso. Senza l’amore non riusciamo
nemmeno ad alzarci dal letto la mattina. Se non ci sentiamo amati tutto diventa
pesante, impossibile, impraticabile, triste. L’amore è quella “benzina” che
alimenta il viaggio della nostra vita. E questo Amore è contemporaneamente
verticale ed orizzontale.
Orizzontale perchè questo amore è fatto da chi ci sta intorno, da
chi vive e condivide con noi la nostra vita. Ma è anche e sopratutto verticale
perchè viene direttamente da Dio e passa attraverso quella vita concreta ma
così trasparente che è la vita spirituale: preghiera, sacramenti, messa,
lettura della parola di Dio.
L’amore non ti coccola sempre. Chi ti ama a volte di consola, a
volte di rimprovera, a volte di aiuta, a volte ti corregge, ma certamente non
ti lascia mai veramente solo. E anche quando senti di esserlo, il solo ricordo
ti da la forza di osare comunque (come capitò a Gesù nel Getsemani e sulla
croce).
Ma il vero problema sta nel trovare veramente questo amore. Per
sentirsi amati bisogna fondamentalmente amare. Solo in questo dare, pian piano
cominciamo anche a ricevere. Se aspettiamo di ricevere per poi dare, passeremo
tutta la vita a mollo nelle acque del Giordano. Se vuoi ricevere qualcosa devi
darla per primo. Questa consuetudine, questa “buona abitudine”, che i filosofi
chiamavano “virtù” (forza), è l’inizio del sentirsi davvero amati. Gesù da
tutto se stesso, per questo cresce in Lui il sentirsi una sola cosa con il
Padre. E questo sentirsi una sola cosa con il Padre diventa anche il motivo per
continuare a dare totalmente se stesso.
Andare alle
radici del nostro battesimo significa riscoprire che sotto sotto, perchè tutto
funzioni, c’è bisogno dell’amore. Il resto ne è solo una conseguenza…