È il momento
dell’addio, il momento delle confidenze estreme tradotte in gesti, o meglio nel
gesto. Un gesto che impegna noi tutti nell’attuazione che è la costruzione
della comunità così come l’ha voluta il Maestro: il farsi servi gli uni degli
altri.
Vi ho dato l’esempio
affinché come ho fatto io facciate anche voi.
L'obiettivo non è
fare il bene o diventare umili o, meno ancora, imitare Lui; l’obiattivo vero è
entrare nel mistero di Dio. ?Per fare questo è indispensabile spogliarsi di
tutto ed eliminare quelle barriere che ci impediscono di entrare in questa
meravigliosa logica: Depose le vesti. Mi sembra una sottolineatura bellissima:
L’incontro avviene quando abbiamo il coraggio di condividere la nostra
fragilità.
Questo amore che non
arriva solo fino agli amici ma anche a colui che da lì a poco, uscendo dal
cerchio dell'amicizia, si troverà immerso nel buio (la scritture dice che,
uscendo dal cenacolo “era notte”).
Colui che era in
forma di Dio assunse forma di uomo, anzi, di servo - leggiamo nella seconda
lettura-. Gesù ha davvero assunto i panni del servo. E sono panni che restano,
perché quando nel vangelo leggiamo che Gesù ha ripreso le sue vesti, non viene
detto che l’asciugatoio se lo è levato... lo ha tenuto. È rimasto quel segno
del servizio... è rimasto per sempre.
Chissà... forse lo ha
tenuto per me, per te affinchè guardando a Lui, anche noi potessimo comprendere
cosa significa “vi ho dato l’esempio”.
Fonte: www.nullavaperduto.it
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